Poesie Mestrepolitane

Tutti i testi qui riportati sono opera di Giampaolo Gianese

Linea 84

80 persone stipate nell'autobus.
Uno scorrrreggggia e diffffonde
nell'aere
odore pestilenziale.
Uno soffre di evidenti
problemi di circolazione
sanguigna.
E soffia, e sbuffa, e rantola,
e la sua bocca emana
aglio cancerogeno.
Uno struscia la calza nera
di seta.
Ed il membro s'ingrossa.
Per sempre.
Rari lavacri e
ascelle sudate disuse alla detersione.
Sudori fumiganti pervadono l'aria.
Sempre più stretti.
Sempre più stretti.
80 persone stipate nell'autobus
sono arrivate a destinazione.
E anche oggi si sono avvicinate di un
giorno alla morte.


My scatarro

Il mio scatarro è lo schitto di un gabbiano:
ricopre come un velo i miei polmoni,
unge i bronchi come l'olio dell'estrema unzione,
s'insinua negli alveoli come l'acqua fra gli scogli.
Il mio scatarro sa di fumo denso nero e cieco.
Di notti insonni ed ubriache,
di donne e solitudine.
Siete solo tu ed il tuo scatarro a farvi compagnia
sulla strada del ritorno a casa.
E per tirarlo fuori sei da solo,
nessun aiuto. Nessuna macchina aspiracatarro.
Solo tu e lui.
E quando alla fine di una lunga lotta
lo vedi riverso sul marciapiede, lo rivorresti
ancora con te nella tua bocca, a traghettar
saliva da destra a sinistra.
Ma lui è lì per terra.
Assomiglia ad un piccolo cervello.
Ma è il tuo scatarro.


Un tuffo nel passato

Un tuffo nel passato,
che bello, come ai vecchi tempi:
quando io ero giovane
e paura non avevo di volare e di
sfidare il mondo e di
tuffarmi nel passato di
verdura, il tuo.
Ora sono una mosca vecchia
e giro solo intorno alle merde dei cani.


Condannato a morte

Cos'è che un condannato a morte
esprime come ultimo desiderio?
Una sigaretta?
Una figa celestiale?
Una spansada de trippa rissa?
Io lo so: pulirsi per l'ultima volta il culo con
abbondante carta igienica.
Neanche ad un condannato a morte si può negare
la carta igienica.
E allora domando:
In questo sporco lercio bar di periferia,
ma porca puttana, è possibile lasciare i cristiani in
balia delle bizzarrie del proprio culo?
Cosa devo fare?
Devo urlare, che dopo tutti capiscono che sto cagando?,
e che se trovano sporco (che già lo era) dicono che è colpa mia?
Devo aspettare che i residui si secchino (domani mattina alle 8)?
Devo credere in un destino migliore?
Intanto medito sui miei piccoli problemi,
qualcuno si farà vivo,
e ululo, piano piano.
Ahuu UuHuuhu


Il ragazzo pon-pon

Cazzo, come sei strafigo;
e chi è alla tua altezza?
Nessuno al mondo ti è alla pari,
nessuna cosa, se non extrema mentis ultrafiga,
ti si addice.
Nessun abito al mondo ti rende
giustizia, sei troppo figo.
Nessun profumo al mondo è a te
compatibile, tu sei il lezzo strafigo, in persona.
Nessuna macchina è adatta alla tua eclettica
personalità di guidatore,
e che cazzo, non sanno
che sei meglio di Senna?
Nessuna penna può reggere il peso
delle cose che scrivi.
I tuoi peli pelosi che ti fuoriescono dal naso
sono canoni estetici.
Lo spurgo dei tuoi numerosi foruncoli
è olio divino. E chi ha eruzioni acneiche
più strafiche delle tue?
Cazzo, sei proprio uno strafigo;
e quando parli ci inondi della
tua materia culturale.
Sei proprio uno strafigo,
ci sei solo tu.
Solo che sei un pochettino rottinculo.
Niente di preoccupante, solo un pochettino.


Eileen

Eileen, sui gradini della chiesa.
Eileen, con lo zaino e il sacco a pelo.
Eileen, due mesi di rogna e sporco addosso.
Eileen, Eileen, ti ho presa
Ti ho lavata, ti ho vestita.
Sembravi un'altra, Eileen.
I muratori erano a mangiare,
Eileen, poi gliela dobbiamo riportare
Questa giacca sporca di gesso;
E intanto ti guardavi allo specchio
E ridevi mentre ti prendevo da dietro.
Eileen, il muratore si chiede ancora
Chi cazzo è stato a disinfettargli il giaccone.
Ed ora io son qui ad urlare,
Eileen, mi hai attaccato una brutta malattia,
Di quelle che non vanno più via,
Non so esattamente cosa sia,
Ma questa spuma bianca che ho sul pene,
Non mi dice niente bene.
Eileen, tu sei la dodicesima vittima del mostro,
Ti troveranno in sei cassonetti diversi.
La polizia, ehm, brancola nel buio,
Non esistono indizi a carico.
Eileen, sono io BOB,
L'assassino di Laura Palmer.